Riflessione post incontro “Leggere Lolita a Teheran” con Cinzia Spanò, a cura di Patrizia Ripa

DATA: 22 Febbraio 2024

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“Leggere Lolita a Teheran”. Letture di Cinzia Spanò e musiche di Marta Pistocchi, organizzata da Le Donne in Corriera il 16/02/2024 presso la Casa di Pulcinella. Bari.

Perché riprendere il testo “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi a distanza di 20 anni (il libro è stato pubblicato nel 2004)? Cosa è cambiato da allora a Teheran?

L’incontro di questa sera – realizzato grazie a Le Donne in Corriera – ripropone la lettura dei passi più significativi di questo testo più che mai attuale. L’iniziativa vuole essere un grido a non dimenticare le condizioni attuali delle donne iraniane, punite per essersi ribellate alla cultura islamica che impedisce loro il libero pensiero e di decidere della propria vita, con una totale sottomissione agli uomini e al regime.

Azar Nafisi, oggi docente universitaria di letteratura inglese negli Stati Uniti, venti anni fa decise, nonostante la sanguinosa repressione in atto nel momento in cui insegnava all’Università di Teheran, di continuare ad incontrare le sue allieve clandestinamente a casa sua, rischiando la vita, insegnando loro a leggere e a discutere di narrativa. Azar Nafisi scelse di analizzare le opere più censurate dal regime di Khomeini: Lolita, Madame Bovary e Il grande Gatsby.

Lolita di Nabokov fu un espediente per la scrittrice per evidenziare con le studentesse analogie sui regimi totalitari e sugli abusi di potere: a Lolita era stata sottratta la sua vita e la possibilità di raccontarla, era diventata “il prodotto del sogno di qualcun altro”, non era più padrona del suo essere, così come accadeva (e accade) alle donne iraniane.

La lettura dei passi scelti dalla protagonista di questa serata si è concentrata sulla prima parte del libro, ovvero sui temi relativi a Lolita e al suo mentore Humbert che la porta lentamente ad accettare la sua condizione di prigioniera, ribaltando sottilmente la posizione di chi dice di essere sedotto ed invece seduce, riuscendo anche nella narrazione a portare il lettore con grande maestria quasi ad essere dalla sua parte. Lolita è in realtà solo una vittima, non ha diritto ad una vita sua, se non nella sua prigione, è oggetto del desiderio di Humbert e nulla più, come avviene con l’Islam che confisca le vite altrui, in cui ogni cosa diventa un piacere proibito: leggere, sognare, immaginare. Donne intrappolate nella cultura dominante che le annulla come persone, come esseri pensanti.

Con il suo più celebre romanzo “Leggere Lolita a Teheran” l’autrice intende affermare il diritto e la libertà delle donne di leggere, di sfidare il regime e porta gli studenti e le studentesse più islamizzate ad aprire le proprie vedute, apprezzando letture che rappresentavano per loro un’occasione di fuga, un ponte verso quest’altro mondo “fatto di tenerezza, luce e bellezza”. Il romanzo diventa quindi un lungo racconto di resistenza e di ribellione.Azar Nafisi procede nel suo libro a fornire spunti di riflessione su altri autori della letteratura occidentale.

Uno di questi è J.F.Fitzgerald. Nella sua analisi del Grande Gatsby, la docente riesce, in una sua lezione, a mostrare Gatsby non più come il Grande Satana ma come un sognatore tragico che diventa personaggio eroico proprio perché crede in un’illusione romantica. Dirà Azir Nafisi ai suoi studenti iraniani in una delle sue lezioni:

“Un grande romanzo acuisce le vostre percezioni, vi fa sentire la complessità della vita e degli individui, e vi difende dall’ipocrita certezza nella validità delle vostre opinioni, nella morale a compartimenti stagni…”
Parole forti, che toccano la sensibilità e suscettibilità dei suoi studenti. E di tutti noi.

Lolita apre la strada alle altre letture, ad amare Henry James e Jane Austen. Leggere significa poter confrontare le vite degli altri con le nostre vite, poter sognare e immergerci in luoghi diversi e in tempi diversi e professare la nostra libertà intellettuale e il diritto all’immaginazione.

“La letteratura è verità, temuta più delle armi “ affermerà la scrittrice. E questa sera, grazie all’iniziativa proposta da leDonneinCorriera, ne abbiamo avuto la conferma, con la testimonianza che si può resistere contro un regime oppressivo con la potenza della lettura e si può (e si deve) continuare a combattere per l’affermazione dei propri diritti.

Patrizia Ripa

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