Geografia e letteratura: un binomio possibile?
DATA: 24 Marzo 2016
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Laterziane 2° incontro 19 marzo 2016
Geografia e letteratura: un binomio possibile?
Gli scrittori nordafricani (a cura di ROBERTA MONACO)
La lingua è come la madre. Ti ama perché sei figlio. Per imparare la lingua non sono necessari visti, passaporti, Schengen, permessi di soggiorno. (Amara Lakhous)
In realtà, aggiunge, da cinquant’anni esiste una letteratura di questi luoghi ma una cosa è un bell’esergo, una bella citazione, insomma l’immaginario e la parte di finzione che sta nella letteratura, che non deve dimostrare nulla, altro è “lire les villes”; starci dentro; d’altronde separare mondo del reale e mondo letterario è altresì falso, poiché grazie a certe pubblicazioni, purtroppo non tradotte, si ha una panoramica del mondo, o di una città e di un romanziere. Infatti le scienze sociali spesso anestetizzano la realtà, mentre la letteratura è libera di non farlo. Le città puzzano, hanno odori, rumori (pensate a Beirut che funzionava con i suoni dei bombardamenti), hanno una dimensione tattile, cioè una città si vive con i sensi, quindi i romanzi sono una fonte importante di conoscenza (la scuola di sociologia di Chicago ha studiato la città anche attraverso il rapporto tra geografia e letteratura). Insomma le città le amiamo ma ci fanno anche paura, ci danno quiete e tuttavia la complessità è insita nel concetto della realtà stessa di città. Si può essere prigionieri di una città anche senza esserne reclusi (Cattedra cita l’esperienza che ha fatto a Cagliari con i reclusi, i detenuti). La ricerca svolta a Tunisi a tal proposito è significativa (webdoc.unica.it) per comprendere le geografie dello spazio pubblico dopo una rivoluzione. La rivoluzione tunisina è stata di fatto considerata come la prima delle rivoluzioni della cosiddetta Primavera araba, e il video di otto minuti che il professore ci mostra ha proprio luogo in un luogo simbolo della Rivoluzione, l’Avenue Bourguiba, “la strada dove tutto succede” (luogo incontournable direbbero i francesi), la strada principale del paese, in una libreria dove la libraia intervistata (da donne) ci racconta del 14 gennaio 2014 giorno della riconquista della libertà di parola e di pensiero. La vetrina si è vestita di libri prima vietati (si rimandavano all’editore) che ora sono ritornati a “vivere”. Ma anche Libertà di non tornare più indietro, dopo il passaggio dalla censura dei libri alla libertà, liberté d’esprit, libertà di incontrarsi, come segno della democrazia, ritrovare la propria identità, conversare con tanta gente (fino al 2011 non c’era libertà di giudizio). Questo aspetto umano, troppo umano, sembra stare a cuore al nostro professore che sottolinea quanto è stato importante per le sue ricerche e progetti incontrare la gente sul posto; ricorda ad esempio l’invito di un gruppo di ragazzi che organizzavano un atelier di poesia e si sentivano protagonisti per poter felicemente vivere le loro performances di poesia negli spazi pubblici finalmente liberati dalla rivoluzione (uno di questi ragazzi, ci dice Cattedra, ha vinto poi l’Orso d’Argento per il festival tunisino per un film). Come rimanere distanti rispetto alle parole di queste persone, di questa libraia? “Stando lì noi abbiamo cercato di far fruire agli altri queste emozioni”, ed ora queste sembrano arrivare anche agli spettatori/lettori attenti presenti all’incontro. In realtà non basta un incontro per comprendere, anche solo geograficamente, questa fetta di terra baciata dal sole. Ci spiega anzi che Maghreb in arabo significa “lì dove tramonta il sole”… Accenna anche all’importanza del popolo berbero, i problemi legati alla lingua, le tante varietà linguistiche (pidgin) di cui bisogna tener conto, ma anche all’analfabetismo (in Marocco 30%, ma per saperne di più potremmo leggere l’autore Tito Topin, inventore del famoso commissario Navarra), la difficoltà di arabizzare, di reperire gli insegnanti; il decennio nero, l’Indipendenza dell’Algeria (dopo otto anni di guerra, come si può vedere nel film di Pontecorvo tenuto nascosto in Francia). Alla fine cita i lavori di alcuni urbanisti francesi, tra cui Michel Ecochard (Le roman d’une ville, 1955) per dirci ancora una volta come è difficile separare letteratura e geografia. Le narrazioni sono importanti!Il secondo appuntamento con le Laterziane ha scelto come tema da approfondire GLI SCRITTORI NORDAFRICANI.
Questo pomeriggio di dialogo tra lettori ha visto la piacevolissima presenza di Raffaele Cattedra, docente ordinario di geografia presso il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, attesissimo alla Libreria Laterza, ore 18, da un folto pubblico di donne in corriera, e non solo. Dopo una breve presentazione del docente da parte della Presidente GABRIELLA CARUSO, che cerca di sintetizzare un curriculum dalla geografia sconfinata, mi preme da buona francesista, sottolineare che ha insegnato in Francia (la Presidente non esita a dire “un cervello rientrato dall’estero”) e che ci porta i suoi insegnamenti, la sua esperienza, le sue letture, i suoi progetti, in modo estremamente friendly; con la modestia che contraddistingue le persone molto colte. Precisa sin dall’inizio che la lista di libri afferenti la letteratura nordafricana che ci ha fornito ex ante l’ha potuta concepire grazie ad una amica e collega arabista, Monica Ruocco, che insegna all’Orientale di Napoli, dove anche lui ha studiato. Poi subito delinea l’espressione che meglio descrive la sua idea di geografo, l’ha mutuata dal geografo francese Armand Frémont, della scuola classica, che usa la metafora “geografi con i piedi nel fango”, per la loro predilezione per il lavoro di terreno, la visione induttiva, il gusto dell’osservazione, la geografia come “stare dentro” la società, con i piedi nel mondo. Ora bisogna dire che stare nel mondo africano, anzi nordafricano, e diventane lettori addetti, non è da tutti. Per questo la padrona di casa, MARIA LATERZA, accoglie Raffaele Cattedra come colui che ci può far uscire dalla pigrizia, pigrizia che a volte anche i lettori forti hanno rispetto a questa letteratura e orientare il nostro sguardo verso qualcosa di diverso, verso un mappamondo di libri che avremmo continuato a far girare a vuoto finché un esperto non avesse puntato il dito su luoghi che ci attraggono ma di cui, tuttavia, sappiamo poco. E così Raffaele Cattedra ci parla della “città senz’anima”, come TITO TOPIN definisce Casablanca – dove Cattedra ha vissuto – (cfr. CATTEDRA, R., Casablanca d’après Tito Topin,), ci spiega che non esiste una sola kasbah (che significa fortezza), una Medina (letteralmente “città”) o solo il famoso film Casablanca a rappresentarla invero. Ma non siate curiosi. Andiamo per gradi. Dicevo prima che il professor Cattedra, che non ha per nulla l’aria del professore ex-cathedra, si muove secondo diversi approcci. Il primo, infatti, è visivo: ci proietta alcune immagini di mappe, una carta di Tunisi, ma sono i video che ci fanno entrare, anzi viaggiare fin dentro quei luoghi così in realtà oscuri a molti.
Per fortuna alle Donne in corriera piace tanto leggere, così prende la parola ROSANNA QUAGLIARIELLO, introduce la seconda parte di questo pomeriggio nordafricano, ci ricorda quanto questa scelta coincida con i suoi interessi, la sua realtà lavorativa, i viaggi che fa per lavoro in queste realtà e quanto sia attratta da questa “geografia” affascinante (che riassume nell’acronimo usato dagli accademici MENA, ovvero Medio Oriente e Nord Africa). Ci presenta il suo collega dell’Istituto Agronomico Mediterraneo (IAM), nonché amico Rami. Lui è un ingegnere agronomo libanese e ci spiega, senza bisogno di traduzione, che la primavera araba è stata una conquista ma purtroppo difficile da consolidarsi. La classe dirigente, gli intellettuali, i giovani se ne vanno e la situazione potrebbe evolvere. Il momento è difficile anche per la Tunisia. Primavera non riuscita? Un autore libanese non molto conosciuto, Said Ail, sosteneva che il Libano è fenicio, e per questo litigava ed era criticato. Eppure ha usato un nuovo alfabeto, ha diffuso l’idea che non è giusto parlare del mondo arabo in maniera indistinta se questo è così complesso, fatto di religioni diverse. Noi occidentali abbiamo bisogno di cominciare a capire tutto questo.
MARIA LATERZA, che indossa una giacca dalla fantasia e colori che potremmo trovare in un suk, legge un romanzo che definisce corale, Il vicolo del mortaio, il libro di un autore, Mahfuz, che è stato premio Nobel 1998, ambientato a Città del Cairo nel 47, durante la seconda guerra mondiale, ma che la riporta indietro alla sua infanzia tarantina, a quei vicoli sempre bui dove ha vissuto. Protagonista Amida una donna che non riuscirà a sfuggire al suo destino e verrà avviata alla prostituzione. Ma i protagonisti sono tanti, e le tante voci, i personaggi sono un po’ i diversi aspetti di questa realtà terribile, fatta di miseria, cattiveria, il racconto corale di un mondo, e su ogni suo abitante viene posta la giusta luce.
La Presidente, GABRIELLA CARUSO sposta l’attenzione dai libri alle tele … Matisse, L’algerina, Le donne di Algeri di Picasso che la scrittrice Assia Djerbar richiama nel suo libro, Donne di Algeri nei loro appartamenti, e ci mostra finanche il quadro di Picasso, a rimarcare l’importanza dello sguardo, il cubismo come diversità di punti di vista, libertà di guardare da più prospettive, più punti di osservazione. Magari riascoltando Rossini e la sua ouverture Un Italiano ad Algeri…Cita anche Délacroix che nel 1832 sbarca ad Algeri per un breve scalo, riesce ad entrare in una harem, e lavora per due anni a una tela.
DIANE GUERRIER sembra estasiata dalla lettura di uno scrittore tunisino ebreo, Albert Memmi, pioniere per quanto riguarda la letteratura magrebina, Il libro (Ritratto del colonizzato e del colonizzatore, Liguori) è del 1957, nel pieno del conflitto per l’indipendenza. Ci tiene a precisare “conflitto”, perché se i francesi usavano questo termine, conflit, in realtà è stata una vera e propria guerra, insomma le parole hanno un peso. Ci legge i titoli di ogni capitolo e ci fa notare che la Prefazione è di Sartre. Il secondo libro che propone è l’ultimo libro di un algerino, Boualem Sansai, ha un titolo che richiama Orwell, 2084 la fin du monde( Neri Pozza editore). Tradotto nel mese scorso, ci fa riflettere anche sulla tematica della religione, che ci può far amare Dio ma odiare l’uomo e l’umanità.
BEATRICE GRECO ci racconta di come casualmente ha incontrato in libreria a Milano una “novità”: il romanzo L’attentato di Yasmina Kadra, scrittrice algerina (pubblicato da Sellerio nel 2006 e riedito nel 2016). Romanzo dai toni noir, ambientato a Tel Aviv, storia di un chirurgo naturalizzato israeliano, sposato ad una donna bellissima, inserito in tutti gli ambienti di lavoro, il quale assiste per caso ad un attentato e deve lavorare tanto per le conseguenze che questo attentato provoca, fino a scoprire che autrice di questo orribile gesto è la stessa moglie…
ARGENZIA BONORA ci parla di una autrice morta lo scorso anno e del suo libro La terrazza proibita, e lo mette in parallelo con un altro romanzo dallo stesso tema: L’harem e l’Occidente. Li accosta perché parlano appunto entrambi della vita dell’harem ma secondo punti di vista diversi. Ci aiutano a decentrarci, a metterci nella prospettiva dell’altro. Il primo visto con gli occhi di una bambina, l’altro da una occidentale che l’ha vissuto.
MARIELLA FANCIANO avanza decisa con non pochi volumi in mano e ringrazia il nostro interlocutore per averci fatto conoscere questi luoghi, questi autori, rievoca il suo viaggio a Marrakech, le suggestioni, i colori (ricorda con entusiasmo di aver assistito alla procedura della tintura delle pelli, in vasche ricolme di escrementi di piccioni dove i berberi si immergevano perché per loro era un mestiere e non temevano le conseguenze), il magnifico popolo dei Berberi, i loro suoni, le percussioni, la parte nuova della città, il Suk, la parte francese… Poi ha scoperto in libreria Amara Lakhous (vincitore del premio Ennio Flaiano) con il suo romanzo Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio (collana Assolo, Edizioni e/o, Roma, 2006)che ha ricevuto il Premio letterario Racalmare Leonardo Sciascia nel 2006. Storia di un condominio multietnico dove per fare un ascensore si scontrano le diverse civiltà. Altro libro divertente è Divorzio all’islamica a viale Marconi, collana Dal Mondo, Edizioni e/o, Roma, 2010. La voce di Maria Laterza interviene per segnalare che l’autore è stato anche alla libreria Laterza di recente.
ROSSELLA STECCARI sceglie Tahar Ben Jelloun ed il suo Creature di sabbia, di cui non può fare a meno di raccontarci la trama, significativa per comprendere altri aspetti di queste civiltà. Un uomo, ormai vecchio, preoccupato per il futuro dei suoi beni e delle sue 7 figlie che sono una disgrazia, stabilisce che l’ottava gravidanza gli porterà un maschio salvandogli l’onore. Nasce una femmina che sarà allevata come maschio, a dispetto del suo corpo, e ribattezzata con il nome “Ahmed”. Ma la sofferenza arriva quando il corpo matura, trasformandosi, e lei/lui si rende conto di essere inchiodata in un ruolo causato da una devianza sociale. Si isola, morendo a poco a poco e affida i segreti e le angosce della solitudine ad un diario che verrà affidato ad un narratore. Purtroppo questo muore prima di riuscire a raccontare il finale della storia di Ahmed allora più uditori si sostituiscono a lui raccontando finali diversi. Questo dà la possibilità di poter mettere in evidenza i turbamenti, le ossessioni, i tabù e i paradossi del mondo arabo visto da più angolazioni. Lasciando per un attimo i suoi appunti, ROBERTA MONACO (chi scrive nda), richiamata alla brevitas (siamo già in orario oltre chiusura!), chiude la panoramica sulle possibili letture in tema di letteratura nordafricana, e sceglie fra le letture consigliate, di riportare alla memoria un grande scrittore francese Albert Camus (anche lui Nobel per la Letteratura) ed il suo romanzo L’ Etranger, che sembra essere stato riscritto dallo scrittore algerino Kamel Daoud, nel bel libro, Il caso Mersault (Bompiani, 2015, vincitore Prix Goncourt du premier roman), un omaggio straordinario al suo modello, geniale per aver visto e riscritto la realtà dal punto di vista delle vittime arabe. Focalisation sull’arabo, si quell’uomo che non ha neanche un nome, assassinato senza un perché.
Prossimo e ultimo appuntamento delle Laterziane sabato 14 maggio, stavolta al Fanale Borbonico ore 21, con gli SCRITTORI GRECI, quasi a chiudere questo “mare di letture”, con un viaggio, magari vero e proprio…
Libri da consigliare SCRITTORI NORDAFRICANI
(Raffaele Cattedra) 19 marzo 2016
MAROCCO
Tito Topin, Fotofinish. Casablanca Noir, Roma, Edizioni e/o, 2010
Tito Topin, 55° de Fièvre, Paris, Gallimard, 1989 (no tradotto in italiano)
Driss Chraibi, L’ispettore Alì, Giunti, 2007
Driss Chraibi, Le passe simple, Paris, Gallimard], dep. leg. 1986 (Rist. dell’ed. Paris : Denoël, 1954)
Driss Chraibi, Mamma mia, la civiltà, Milano, Marcos y Marcos, 1998.
Jamila Hassoubne La libraia di Marrakech (a cura di santina Mobiglia), Mesogea, 2012
Mohamed Choukri, Il pane nudo, Theoria, 1989 (Bonpiani, 1992)
Mohammed Barrada, Come un’estate che non tornerà più (trad. Monica Ruocco), Edizioni lavoro, 2002
Mohammed Barrada, Il gioco dell’oblio, Mesogea, 2002
Fatema Mernissi, La terrazza proibita, Giunti, 1996
Tahar Ben Jelloun, Creatura di sabbia, Einaudi, 2005
ALGERIA
Assia Djebar, Donne d’Algeri nei loro appartamenti, Giunti, 2007
Assia Djebar, Nel cuore della notte algerina, Giunti, 1998
Ahlam Moustahganemi, La memoria del corpo, Jouvence, 2000
Kamel Daoud, La prefazione del negro, Casagrande, 2013
Kamel Daoud, Il caso Meursault, Bonpiani, 2015
Mohammed Dib, Un’estate africana, Aiep, 2001
Mohammed Dib, L’incendio, Epoché, 2004
Yassine Boudjedra, Timimoun, Ed. Lavoro, 1995
Yassine Boudjedra, Topografia ideale per un’aggressione caratterizzata, Marietti, 1991
Kateb Yacine, Nedjma, Jaka Book, 1996
Yasmina Khadra, L’ultima notte del Rais, Sellerio, 2015
‘Abd al-Hamid Ben Haduqah Racconti Algerini, a cura di K.J. Boloyan, Bari, Edizioni Giuseppe Laterza, 2004
TUNISIA
Albert Memmi, La statua di Sale, Costa & Nolan, 1991
Munir Charfi, Il bacio di Lampedusa, Castelvecchi, 2014
Azza Filali, Ouatan. Ombre sul mare, Fazi Editore, 2015
EGITTO
Najib Mahfouz, Trilogia del Cairo: Tra i due palazzi; Il palazzo del desiderio; La via dello zucchero, Pironti, 1989.
Sonallah Ibrahim, Le stagioni di Zhat, Calabuig, 2015
