Riflessione post primo appuntamento dei Dialoghi, a cura di Margherita Diana
DATA: 28 Gennaio 2025
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Interrogarsi sull’A.I.
Domenica 26 gennaio 2025 ecco il primo dei dialoghi delle Donne in Corriera. La tematica complessiva della rassegna di quest’anno riguarda gli “Stati di coscienza” e affronta le questioni più sensibili del nostro tempo, sempre più “liquido” direbbe Baumann e per questo sempre in evoluzione.
La prima delle questioni, quella più roboante sul red carpet dei social media e delle comunicazioni riguarda l’A.I. Capire cos’è davvero e come gestirla.
Nello Cristianini, docente di Intelligenza Artificiale in Inghilterra all’Università di Bath, dialoga con il nostro “Donno in corriera”, come dice lui stesso, Pino Donghi sul tema: Homo e Machina sapiens: intelligenze naturali, intelligenze artificiali e il futuro della mente. Entrambi provano a “connetterci” con questo nuovo aspetto del mondo contemporaneo.
L’orizzonte dal quale partono le riflessioni di Cristianini è principalmente tecnico. L’A.I. è una tecnologia elaborata dall’uomo dedicata alla risoluzione di problemi intellettuali e non attiene alla sfera emotiva o sentimentale. Ovviamente l’A.I., avendo a disposizione milioni di dati, riesce ad essere più efficace della capacità umana con performances che sicuramente sono migliorative sotto l’aspetto del raggiungimento di obiettivi o di risoluzione di problemi/diagnosi, soprattutto in campi specifici come ad esempio quello sanitario. Il metodo chiave che ha dato l’avvio alla creazione dell’A.I. si basa sulla statistica, quindi sul reperimento di dati naturalmente esistenti e sull’osservazione dei comportamenti/scelte dell’utente interconnessi in modo logico. Il Machine Learning è una tecnica che permette di costruire macchine in grado di apprendere, acquisendo e collegando informazioni.
In realtà ci dice Cristianini, un modello come GPT è un processo che “da un lato si capisce e dall’altro non si sa”. Pur conoscendo come l’algoritmo abbia sviluppato le proprie conoscenze, giocando al “gioco delle parole mancanti”, non si comprendono le conoscenze acquisite in questo modo.
Questo metodo è ampiamente approfondito nei suoi libri “La scorciatoia” e “Machina Sapiens” entrambi andati a ruba.
Attualmente gli scienziati stanno lavorando ad una possibile intelligenza generalista, chiamata A.G.I., che potrebbe di fatto sostituire l’essere umano in molte professionalità. Per lavorare in questo ambito è necessario ampliare sempre di più il campo di osservazione e l’acquisizione di dati da parte dell’A.I.
Certo tutto questo, molto saggiamente, deve avere delle regole entro le quali può dipanarsi un uso corretto della tecnologia e non un abuso.
L’Europa ha provveduto con -l’A.I. Act- un regolamento del 2024 enucleando diversi livelli di rischio di utilizzo dell’A.I. Ad esempio, una tutela nei confronti degli utenti consiste attualmente nell’obbligo di specificare se i contenuti video/audio/fotografici immessi nel web sono stati elaborati grazie all’AI oppure sono Human Made.
Sarebbe auspicabile una regolamentazione globale e univoca per evitare qualunque tipo di inconveniente planetario. C’è ancora molta strada da fare.
Siamo ben oltre la fine della conversazione ma il pubblico non abbandona il teatro. I giovani presenti manifestano un grandissimo interesse. Le domande fioccano, ciascuno manifesta le insicurezze, i dubbi, le perplessità come accade in momenti di grande cambiamento. Tranquilli, ci dice Cristianini, il mondo, nel corso della storia, è stato completamente modificato in presenza di nuove tecnologie. Ma è anche vero che: l’invenzione della macchina a vapore ha dato avvio alla rivoluzione industriale, al rinnovamento dei sistemi di trasporto; sono nate le città, la classe operaia e così via.
Oggi siamo in un’epoca di grandi cambiamenti e occorre navigare a vista tenendo la barra diritta per esplorare questi nuovi mondi utilizzandone la parte migliore e limitandone, con tanta determinazione e attenzione, gli effetti negativi. Stiamo trasmigrando dall’Hand made, allo Human made. Però potrebbe essere che qualcuno di noi umani anche delle future generazioni rimanga un “artigiano del pensiero”. Una persona che insista a comunicare le proprie esperienze a “parole sue”, che si cimenti a produrre contenuti “in proprio”. Magari una favola per bambini con un mostro mai visto prima, oppure una ricetta particolare con un ingrediente “segreto”, una pianta dai semi sconosciuti. Chissà.
Del resto non sono quasi introvabili i falegnami, i mugnai, oppure le tessitrici, o le ricamatrici?
A scuola fino a poco fa l’insegnante, suggerendo un’immagine arcaica di vita contadina, diceva all’alunno furbetto: “ma è farina del tuo sacco?”, domani potrebbe dire: “ma sono proprio “costrutti” tuoi?”
H.M. Margherita Diana
