Margherita Diana sull’incontro “L’infinitamente piccolo: la Materia”
DATA: 01 Marzo 2023
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Pubblichiamo un’attenta riflessione della nostra socia Margherita Diana sull’incontro del 26 febbraio “L’infinitamente piccolo: la Materia”, per la Rassegna “Stati di Natura” de I Dialoghi delle Donne in Corriera 2023.
Ci vuole un Fisico bestiale…
per affrontare tematiche così singolari eppure affascinanti ma, soprattutto, ci vuole una studiosa speciale, premurosa e gentile, che sa dialogare con la scienza. Parliamo di Antonella Prenner docente di Letteratura Latina all’Università degli Studi di Napoli Federico II, ricercatrice, latinista e autrice di importanti studi sulla letteratura antica, scrittrice di chiara fama e, per nostra fortuna, socia e donna del Decennale delle Donne in Corriera, in dialogo con Lucio Russo, fisico, matematico e storico della scienza che dal 1984 insegna Calcolo delle probabilità all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e di La storia non cambia, quando nuove civiltà si affacciano al mondo la distruzione le accompagna.
La maggior parte delle opere scientifiche elleniche non è giunta sino a noi, solo una minima parte è oggi fruibile per lo studio e la conoscenza di quel mondo antico meraviglioso e sapiente. Le letture dei versi di Lucrezio, le sue mirabili descrizioni della fisica epicurea, la visione poetica attorno all’universo smisurato e la descrizione mistica di particelle infinitamente piccole preannuncia una serie illimitata di mondi di cui l’uomo si meraviglia sapendo di farne parte. In questo contesto, apparentemente poetico ma in realtà estremamente tecnico, hanno agevolmente navigato a vista i due interlocutori descrivendo prospettive scientifiche e filosofiche strettamente connesse fra loro con attenta grazia.
L’infinitamente piccolo, l’atomo, il quark, la fisica quantistica, la traduzione di qualità osservate in quantità misurabili anche se non rilevabili a occhio nudo. Possiamo credere che l’umanità sia andata molto lontano ma a ben guardare la distanza non è poi così tanta. La percezione di appartenenza all’universo e alla natura immensa e immanente, la consapevolezza d’essere parte di un tutto – dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo – aveva già proiettato nei tempi antichi la mente umana oltre i confini del quotidiano. L’osservazione e il ragionamento, i modelli matematici, in breve la rivoluzione scientifica del mondo ellenico dimenticata per molti secoli.
Il nostro Pino Donghi, con sapiente leggerezza, riconduce l’astronave in porto e con il racconto di una piccola facezia fa sorridere il pubblico prima dei saluti.
Avevamo esplorato lo spazio infinito, le stelle, oggi (ndr: ieri per chi legge) ci siamo avventurati nella dimensione del non osservabile, dell’infinitesimo, di microscopici corpuscoli roteanti come il pulviscolo atmosferico, il caos armonioso dell’universo dove tutto è cambiamento, separazione e aggregazione, trasformazione inarrestabile. Pensare che di tutto ciò era consapevole già, molto ma molto, tempo fa il nostro caro Lucrezio!
