Incontro con Emma Chiaia

Edizione 2018
LUOGO:

Terrazze Skanderbeg - Bari


PERIODO:

24 maggio 2018

DETTAGLI:

PER FORTUNA HO SCELTO TE PER CAMBIARE IL MONDObr> di Emma Chiaia

Non si tratta di una vera e propria presentazione di un libro, ma di una piacevolissima conversazione tra due amanti dell’arte: ANTONELLA MARINO, visiva, essendo critico d’arte, e EMMA CHIAIA, della scrittura, essendo giornalista e tanto altro.
Poi ci sono le Donne in Corriera, affamate lettrici, riunite alle Terrazze Scanderbeg (insieme a tanti amici baresi dell’autrice che ormai vive a Milano), luogo davvero particolare, come lo è questo libro. La Presidente dell’Associazione, GABRIELLA CARUSO, ha pensato bene anche l’orario dell’evento, perché ci ospita al tramonto. La cornice è perfetta.

Dunque iniziamo. “L’azione reca con sé grazia e potere”, diceva Goethe. E per iniziare a parlare di questo libro, andare al cuore, ho scelto di partire dalla fine, ovvero dall’explicit e non dall’incipit, “Fai quello che puoi” (p.436, eh si… le pagine sono tante, i capitoli 65! ma il libro è coinvolgente), ripreso nel titolo di questo articolo, dove l’aggiunta del sottotitolo, “per cambiare il mondo”, ci dà subito le coordinate di partenza, le intenzioni - un po’ ambiziose - dell’autrice. Lei ci spiega, con il suo sguardo luminoso, che voleva abbandonare il passato e scrivere qualcosa di diverso,il processo della scrittura è venuto poco a poco. In realtà non ci ha messo molto: un anno circa. L’idea del libro è come una pallina di neve che rotola dalla montagna poi scende giù come una valanga: una sera per caso alla presentazione di un libro l’autore concluse con la frase “ verranno molti mondi felici”…, così lei decide di scrivere di questo. Intrigo svelato. Però ci tiene a spiegare meglio il senso del suo progetto. Ci sono infatti tanti libri ‘distopici’, di distruzione, The day after, per esempio, mentre il suo intento è stato di scrivere un libro sull’utopia, supportata dall’affermazione di alcuni suoi amici fisici che sostengono che questo nella fisica quantistica non è impossibile. Si tratta di ‘credere’ che la coesione degli sforzi ‘può’ creare un mondo migliore. Quale è il nostro ruolo? É raggiungibile la felicità? Così, dopo un cross over (per evitare un target troppo circoscritto), ricerche tecniche, anche sui social network, e personali (luoghi come Piacenza, o come una scuola di provincia), la storia ha preso vita, con protagonisti che sono “veramente vivi”, tra cui lei stessa, pur mascherandosi bene (è Alison?). Le persone presenti sulle magiche terrazze, subito salite sulla giostra miracolosa della sintonia, intervengono prima ancora della fine, per dare le loro impressioni di lettura.

Il libro si legge d’un fiato, come se fosse un giallo, prende, potrebbe finanche essere trasposto in un film, magari con una “seconda parte”. I personaggi sono molto delicati, tratteggiati molto bene. Quattro donne protagoniste, e pochi personaggi maschili, interessanti. Un libro pieno d’amore, eppure l’oggetto non è una storia d’amore. Piuttosto è una “storia d’amore col nostro domani”. Non un romanzo ambientalista, ma un romanzo sull’amore verso il “nostro domani”, perché forse siamo ancora in tempo a fare molto, a fare molto bene.

Nel mondo, infatti, ci tiene ad affermare Emma Chiaia, “sono presenti tante associazioni che operano per il bene comune, una moltitudine inarrestabile (basta guardare you tube), ma non sono collegate tra loro, come se non ci fosse un legame reale fra loro, non sono organizzate, sembrano esperienze frantumate”. Fin qui la verità, anzi la realtà. Passiamo alla fiction, ovvero al romanzo Per fortuna ho scelto te per cambiare il mondo. Difficile da etichettare, non romanzo sociale, non di fantascienza, non un fantasy vero e proprio, non pensate di trovarvi di fronte un mondo di marziani, o un mondo molto diverso dal nostro, ma un Mondo Futuro (neanche troppo, solo dieci anni avanti), dove c’è un progetto di vita basato sull’amore, sulla scelta del bene comune. Dove l’energia è tanta ed è tutta “pulita”, viene dal sole (nel Progetto Speciale si sperimentano finestre che assorbono energia solare), dal vento, dalle maree, da tutte quelle fonti che gli uomini sanno sfruttare. Qui “la gente si vuole bene, le leggi sono al servizio delle persone, per permettere loro di essere felici e stare insieme. Si cerca di aiutare tutti e si valorizza quello che c’è in ciascuno”. Basta commiserarsi, c’è bisogno di agire. Ed è proprio questo che ci aiuta a comprendere il senso di una parola che ricorre in tutto il libro: la Scheggia Madre. Invenzione geniale dell’autrice: immaginate un mondo desiderabile (ad esempio dove il Sistema Sanitario funziona bene, l’aria non è inquinata, il cibo è senza pesticidi o additivi), un mondo che fa di tutto per costruire e per funzionare, anziché autodistruggersi, immaginate che il suo specchio vada in frantumi e per ricomporlo bisogna ritrovare la Scheggia Madre. Si, perché, per salvare il mondo bisogna trovare le Schegge, cioè le parti belle degli esseri umani. “Quando un fiore sboccia, è Primavera in tutto il mondo”. Una missione? Sicuramente una visione olistica della realtà. “L’ignoto, completo, che non chiede altro che fiducia totale”. La paura dell’altro di Sartriana memoria, ovvero l’enfer c’est les autres, si trasforma in un “l’inconnu c’est l’autre”, ovvero nei grumi di paura che l’uomo ha verso l’ignoto, mentre l’altro può diventare una risorsa, perché “nessuno salva il mondo da solo!”. Viene da chiedersi, verso la parte finale del libro (terza parte) se il web, i social network, salveranno il nostro povero pianeta stanco, sfiduciato e pieno di conflitti; quante volte ci chiediamo perché i cattivi vincono e i buoni perdono?

Se la differenza tra il mondo presente e il Mondo Futuro non è nella tecnologia, ma nella testa della gente, allora dobbiamo evolvere, diventare “catalizzatori del cambiamento”, sfruttare al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie (possiamo ancora dire “nuove”? data la velocità del loro evolversi?). Dobbiamo diventare come quel surfista sollevato dall’onda perfetta, e portato laddove, con le sue sole forze, non sarebbe mai arrivato. Alison, alias Emma, che crede di poter cambiare le cose, di avere una missione, direbbe: ”Non sforzo ma intensità. Non volontà ma intenzione. Devo farcela”. E per essere il primo romanzo pare che lei ce l’abbia fatta. Leggete allora il libro, con il gusto dell’avventura che caratterizza i protagonisti, con la velocità di una navicella protesa verso il futuro, si, perché il futuro è già qui.

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